Vale la pena ripercorrere con la mente le serate di questa quarta edizione. Vale la pena unire i fili per raccontare, a parole, quello che abbiamo fatto, le cose che abbiamo imparato e che porteremo con noi.
Per chi c’era e per chi non c’era, ecco il breve diario di bordo dei quattro incontri:
1. Come fare una mappa mentale
Le serate autunnali iniziano sempre così, con un ripasso delle regole. Questo breve momento didattico è utile a chi ancora non conosce le mappe mentali, per prendere confidenza con lo strumento, ma anche a chi già le utilizza: c’è sempre qualcosa di nuovo.
Regole, consigli e poi la pratica. Insieme abbiamo tracciato sul foglio la prima mappa, con al centro il nostro nome o un piccolo ritratto. Abbiamo disegnato e completato i primi rami con parole e immagini. Ci siamo raccontati sul foglio e poi con quel foglio ci siamo presentati agli altri.
Ricorderemo che:
La mappa mentale fa cadere le inibizioni. Il giro di presentazioni, con il foglio sottomano, si è trasformato in un momento piacevole, di scambio, in barba alla timidezza.
2. Pratica e condivisione
Gli ingredienti per la bella serata c’erano tutti: pennarelli, fogli bianchi, un sottofondo musicale scelto con cura, un gruppo di persone pronte a esercitarsi per dare forma alle idee e ai pensieri.
All’inizio abbiamo sfogliato alcuni testi zeppi di immagini, utili per prendere spunto, copiare, capire come disegnare gli omini o le icone più semplici.
Poi, tra una castagna e l’altra, le mappe mentali hanno preso forma. Alcune raccontavano bellissimi viaggi, altre servivano per organizzare eventi e lezioni, altre ancora avevano al centro la felicità o i giorni della settimana.
Qualcuno ha ultimato la mappa a casa e poi ci ha inviato la foto. Eh sì, lavorare su se stessi o su un progetto personale è davvero coinvolgente.
Ricorderemo che:
Guardare e copiare disegni semplici è un buon modo per sciogliere le mani e passare da “non so disegnare” a “sono molto orgogliosa del mio omino steso al sole”.
3. Mappe mentali di gruppo
I nostri mind mappers hanno sperimentato la realizzazione di una mappa collaborativa, divisi in due gruppi ma al lavoro sullo stesso tema: Il 2016 di Collegamenti Rampanti.
In un primo momento abbiamo dato loro un po’ di informazioni raccontando cosa ispira la nostra associazione, le attività che ci piacerebbe realizzare, le difficoltà del momento, il desiderio di farci conoscere. Poi i gruppi si sono messi al lavoro mettendo in ordine le informazioni raccolte ma soprattutto scambiando competenze ed esperienze.
Il risultato è stato sorprendente: a fine serata, la nostra associazione, si è ritrovata con due grandi mappe piene di idee, suggerimenti, proposte per nuovi corsi e tanti stimoli in più.
Ricorderemo che:
Lavorare con altre persone, gomito a gomito, è anche un modo per conoscersi, trovare interessi comuni, imparare e divertirsi allo stesso tempo.
Noi di COLLEGAMENTI RAMPANTI ricorderemo che a volte, per capire a che punto del percorso si è giunti, basta guardarsi con gli occhi degli altri.
4. MAPPE MENTALI / MAPPE SONORE – creatività cognitiva tra disegno e musica
Una serata speciale, organizzata in collaborazione con Emiliano Battistini, musicista e semiologo.
Mentre Emiliano creava la mappa sonora della città di Rimini, noi disegnavamo le nostre mappe mentali, lasciando che suoni, rumori, voci e musiche stimolassero l’immaginazione e la libera associazione dei pensieri.
Il tema era libero ma in molti abbiamo scelto di lasciarci ispirare dalle tracce audio per disegnare una mappa personale su Rimini. Qualcuno si è concentrato sui suoni, cercando di rappresentarli sul foglio; qualcun altro ha sviscerato ricordi e memorie lontane; altri ancora hanno cercato di raccontare la città attraverso i pregi e i difetti. Sui fogli sono apparse così tante sfaccettature di Rimini, tante storie raccontate attraverso le parole e, molto spesso, con le immagini.
Poi c’è stato anche chi ha scelto di viaggiare con l’immaginazione per luoghi lontano o ha preferito lavorare su progetti personali.
Ricorderemo che:
I suoni che ascoltiamo, con attenzione o in modo passivo, influenzano non solo le sensazioni ma anche l’andare dei nostri pensieri. Chiedersi se ciò che ci circonda può essere un ostacolo o una spinta al pensiero creativo è anche un modo per conoscersi di più.